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Negli anni ’90, le donne del grunge portarono una voce nuova e potente. Courtney Love con le Hole trasformò dolore e rabbia in inni corrosivi, L7 urlavano ribellione con riff pesanti e testi taglienti, mentre Kat Bjelland delle Babes in Toyland portava ferocia e fragilità insieme. I suoni tipici erano chitarre distorte, batteria martellante e voci ruvide, spesso accompagnati da testi che parlavano di alienazione e femminilità ribelle. Queste artiste ridefinirono cosa significava essere donna in una scena dominata dal rock maschile. Era un urlo collettivo che parlava di autenticità e resistenza. Alza il volume, scuoti la testa e canta a squarciagola: il grunge non è mai morto!
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